sabato 11 novembre 2017

IL GIOCO RADICE



Era il 2010 quando, nell’insieme delle carte già pronte, si instaurò un principio ordinatore che le setacciò,  per dare una prima forma alla loro vocazione di  strumento formativo e introspettivo.
Destrutturare e ricomporre, erano state le parole di Beppe Vercelli che ci invitavano a creare un piano, un contesto nel quale alcune carte avessero un ruolo, oltre che un significato.
Le prime sei carte si manifestarono immediatamente, altre tre le propose Artis, la decima, a quel tempo non era ancora stata scritta: la carta delle guarigione sarebbe arrivata dopo, quando saremmo state pronte ad accoglierla.
La possibilità di un vero e proprio “gioco” con le carte nacque allora, mentre leggevamo i libri di Stanislav Grof, sulla psicologia transpersonale, e nascevano i disegni delle carte del mare, di Irina e delle misteriosa carta invisibile. Artis, le cui parole Nadia ascoltava e trasmetteva da molti anni, dettagliò una prima versione del gioco, attraverso  la sua visione spirituale.
Ora possiamo trasferire parte della sua comunicazione, come aiuto alla comprensione e al riconoscimento di significato del Gioco Radice.

Le carte non sono loquaci se non portano con sé il risvolto di una comprensione interiore e questa comprensione non può essere univoca per tutti coloro che interrogano la carta.
È una prima consegna che  permette di affermare che il disegno può significare molte interpretazioni e che non vi sono eloquenze stereotipate per ogni carta.
La complicità con la carta scelta saprà portare  l'interlocutore a riconoscerne il senso per lui evidente in quanto portatrice di interrogazioni, di stimoli, di riflessioni che lo conducono verso l'introspezione che si accende e che interviene a maturare risposte o a confezionare ulteriori interrogazioni, stimoli o riflessioni.
Le carte hanno però un loro carattere intrinseco, raccontano un'intenzione, nascondono una matrice dalla quale partire per ricomporre e scomporre, indicano una forma che simbolicamente determina delle proiezioni piuttosto che altre.
E questa loro facoltà di essere affrontate e accolte con individuale disponibilità o reticenza interpretativa, ma di essere anche riscontro predefinito induttivo e deduttivo in un ambito di concessioni interpretative confinato e solutorio , chiede necessariamente,  a chi amministra le carte, una conoscenza molto accurata della “forza” intrinseca di ognuna e una metodologia di “conversazione” con le carte e gli interlocutori essenziale e precisa.
Il disegno, il segno grafico, è una sollecitazione che conduce verso connessioni e libera il sentire interiore, il quale necessita di essere collocato in una dimensione strutturata, in una dinamica relazionale “monitorata”, controllata, per non disperdere la sua fungibilità con quanto sta accadendo.
Va sempre mantenuta la responsabilità di chi possiede il “gioco” delle carte e non va mai delegata.
Il “gioco” deve possedere delle regole e deve concedere delle deroghe che si dimensionano a seconda delle circostanze intervenute.

Il “gioco“ inizia con una presa tattile da parte dei giocatori del mazzo di carte: i giocatori devono poter affermare il fluire energetico delle carte, ma anche la loro semplice materialità e sostanza.
Le nove  CARTE MATRICI indicano una ciclicità “spiralica” di possibili eventi/struttura.
1 – CARTA BIANCA  - il primordiale, l'origine.
2 -  CARTE VOLANTI –  la reincarnazione, il progetto di vita
3 -  CARTA DEL DOLORE E DELLA TERRA – la materialità della terra, il dolore.
4 -  CARTA DELLA NAVE – il disequilibrio, lo smarrimento.
5 -  CARTA DELLA MASCHERA DEL CONOSCIUTO – la conoscenza, l'apprendimento
                                                                                                intellettuale.
6 -  CARTA DELLA MASCHERA DELL'INCONSAPEVOLE – l'inconscio, la non
                                                                                                         consapevolezza.
7 -  CARTA DEL CAVALLO CON LA SELLA ROSSA – l'arresto, la tregua, il blocco.
8 -  CARTA DELLA CARTA INVISIBILE – la fine, la morte.
9 -  CARTA DELL'ANGELO – l'evoluzione spirituale.

Le carte matrici sono scelte scoperte dai giocatori, i quali possono consegnare, come risultato della loro interazione con il disegno, uno scritto o una composizione grafica ulteriore.
Lo scritto concede maggiori opportunità di corrispondere con la propria interiore consegna emotiva e può condurre alla costruzione di un racconto/metafora, oppure alla descrizione delle sensazioni o non sensazioni provate, oppure ancora alla semplice descrizione di ciò che graficamente il segno evoca e rappresenta.
La composizione grafica è più rassicurante come consegna, ma più difficile da esplorare in quanto emozione reattiva. La composizione andrà sempre commentata a latere con una descrizione scritta.
 Il tempo lasciato a questo momento reattivo va definito.
Segue un momento di restituzione collettiva delle emozioni sollecitate: indifferenza, poca comprensione, piena adesione, restituzione accesa, sensibilità, ecc.
Sono confronti a cui siete chiamate a rispondere con immediatezza  ed efficacia, offrendo  la possibilità di perfezionare  l'indagine introspettiva scegliendo una ulteriore carta “cieca “, coperta.
I giocatori possono continuare il loro percorso di “gioco” completando la narrazione, indulgendo nella descrizione delle sensazioni, modificando la comprensione precedente, accogliendo le sollecitazioni ricevute, modificando la scelta della modalità con cui hanno reagito nella prima fase.
Il momento successivo è ancora interlocutorio: può ancora essere opzionata una scelta di carta coperta, ma deve essere l'ultima in assoluto.
Tre carte sono sufficienti per condurre il giocatore a trarre “beneficio” dall'incursione sollecitata.
Ma è necessario che vi sia, già in questo termine di “gioco”, la consapevolezza dell'accaduto, della significatività anche solo accennata, delle consegne lasciate dall'esperienza.
Vanno guidati in questa affermazione attraverso interlocuzioni precise e discrete.
Il momento ultimo è quello che cesella il lavoro/gioco condotto.



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