mercoledì 4 ottobre 2017

L’INTENZIONE

L’intenzione è un atto di volontà. La volontà si mette in movimento quando siamo alla ricerca di qualcosa, quando realizziamo un progetto, quando tendiamo a una meta. Quando vogliamo capire, intendere. Appunto.
L’intenzione è essenziale quando giochiamo con le carte del giocatore.
Essa esprime il punto limite delle nostre riflessioni, il confine che vogliamo superare e la richiesta che facciamo alla nostra immaginazione. L’intenzione ci obbliga a porci le domande sul nostro stato d’animo o sull’esperienza che stiamo vivendo.
E quando abbiamo esplorato il possibile e rimane in noi un vuoto o un bisogno o un ulteriore interrogativo, allora siamo pronti per scegliere una carta.
Poniamo la domanda: chiara e precisa. Muoviamo le mani sul mazzo di carte, posate coperte davanti a noi, ascoltando il richiamo. Scegliamo.
Eccola. La giriamo, la osserviamo, descriviamo l’immagine e cosa evoca in noi, ascoltando attentamente le sensazioni che proviamo.
Poi accogliamo la storia che nasce, come una sorgente che diventa fiume, lasciamo scorrere.
Accogliamo il titolo.
L’aiuto.


L’arbusto delle rose cresceva al riparo del sole. Un sole che si irradiava come un manto protettore, luminoso e caldo, separando l’arbusto dal buio. Sull’arbusto c’erano quattro fiori, che si espandevano ognuno in una direzione, ognuno con il proprio temperamento. Il bocciolo curioso e chiacchierino guardava in basso e raccontava alle formiche e ai fili d’erba storie fantastiche.
La natura dell’arbusto era lì?
La rosa quasi tutta aperta se ne stava dritta e sicura al centro dei rami. Si mostrava con fierezza, consapevole di essere bella e di essere perfetta.
La natura dell’arbusto era lì?
La rosa più grande si trovava più in alto, era cresciuta molto, ma ora alcuni petali stavano perdendo il colore. Sentiva il brivido del cambiamento e la fragilità del suo stelo, ormai indebolito.
La natura dell’arbusto era lì?
E c’era una quarta rosa. I petali erano ancora tutti insieme, ma ormai trasparenti indicavano che la sua bellezza stava passando ed era tempo di lasciarla andare e di cedere alla caduta e alla perdita.
La natura dell’arbusto era lì?
E poi c’erano le foglie e quel sottile filamento che da esse saliva nell’arco di luce e in esso si confondeva. Cosa significava quel legame?
La natura dell’arbusto era lì? In quel filo verde che diventava arco di luce?
Una donna osservava l’arbusto e si poneva delle domande, ma nessuna risposta saliva alle sue labbra, mentre sentiva che quell’arbusto esisteva per lei proprio perché lo stava vedendo.
La natura dell’arbusto, allora, era nel suo sguardo?
La donna accarezzò i suoi capelli e respirò profondamente. Il suo vedere l’arbusto dipendeva dal suo corpo e dalla sua volontà, quindi la natura dell’arbusto era anche dentro di lei…
Domande e sospiri si alternavano dentro di lei, li ascoltò sempre più consapevolmente, fino a che si fusero insieme e si dissolsero in un silenzio puro e potente.
Allora anche il respiro fu libero, quieto e senza pensieri.

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